Dalla terra, quella musica viene dalla terra,
viene dalla contesa, dall’assalto, dall’oscura spinta
delle arterie del pianeta.
Viene dalla preponderanza del fuoco,
dal confuso linguaggio dei giacimenti,
dallo sconforto dei minerali.
Quella musica è cieca come le radici,
ostinata come i semi.
Sa di terra come la bocca di un cadavere,
viene dalla terra ed appartiene alla terra:
geologica risonanza.
Quella musica è oscura come la corteccia,
compatta come i diamanti.
Non dispone: mostra la vorace certezza di ciò che è vivo, la vertigine che va dal substrato
alla calamità che grida.
Quella musica racconta il buco che dilata la sua ascendenza negli uomini.
Quella musica è tale buco, un sordo abisso che reclama la prima solitudine, il primo pianto nella prima notte.